Gli Affitti transitori a Milano? Ancora poco usati!

Da diversi mesi (23 luglio 2023) è in vigore il Nuovo Accordo sugli affitti a Canone Concordato  a Milano, eppure sono ancora pochi i proprietari che ricorrono  a questo tipo di contratto .
Il nuovo accordo permette un canone più alto di prima, a volte vicino al quello del mercato libero e:
1) consente di pagare solo il 10% di imposte (cedolare secca) invece che il 22%
2) di pagare l’IMU in forma ridotta
3) di affittare per periodi più brevi di 4 anni + 4
A Milano, nel 2023 sono state locate circa 64.000 unità immobiliari delle quali 44.000 a canone libero 4+4 e 2.700 a canone concordato 3+2. (Fonte: Scenari Immobiliari).

“Grazie anche alla recente revisione dei valori dell’Accordo Locale – dichiara Beatrice Zanolini, direttore di FIMAA MiLoMB – a Milano stanno aumentando i contratti a canone concordato, previsti dalla legge 431/98, ma fino a oggi poco utilizzati, soprattutto per motivi economici e di procedure.
Pochissimi ancora i contratti transitori per studenti, più numerosi quelli transitori ordinari, stipulati soprattutto per motivi di lavoro o di necessità temporanee, ma dei quali la larga maggior parte non è regolare in quanto applica erroneamente il canone libero. Sono in aumento, infatti, le contestazioni e le cause da parte di conduttori che richiedono la restituzione di importi indebitamente pagati per contratti transitori cui non è stato applicato il canone concordato.

Il rendimento lordo della locazione a canone concordato (sia essa 3+2, transitoria e per studenti), per certe tipologie di immobili o per ubicazioni ovviamente non centrali o di pregio, è oggi molto vicino a quello del canone libero se si considerano le agevolazioni fiscali e gli incentivi messi a disposizione dai Comuni..

“La cedolare secca al 10% invece che al 21%, la riduzione dell’IMU e incentivi una tantum, cui spesso si aggiungono la copertura dei canoni per morosità incolpevole, oltre al micro credito al conduttore
 La tipologia media di immobile più richiesta in locazione è quella tra i 60 e i 70 metri quadri, anche se dipende naturalmente dalla conformazione della casa, il numero di stanze è determinante. A proposito di stanze per i figli, l’Italia è il Paese europeo con il primato di giovani che vivono ancora in casa con i genitori ed è ultima per numero di utenti in coabitazione o in abitazione da single”.

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